Secondo Weinek, l’allenamento con carichi elevati va iniziato effettuato una respirazione compressiva, cioè un’apnea a polmoni pieni, in modo tale da fissare il tronco e sviluppare, durante gli sforzi massimali fino al 10% in più di forza. Anche Farfel dichiara che l’espressione della forza è strettamente connesso con le fasi della respirazione, ed in modo specifico che durante l’apnea si determina il più alto valore di forza muscolare, meno alto il valore durante l’esposizione e il più basso durante l’inspirazione. La letteratura scientifica però non da molti riferimenti certi a queste affermazioni, solo uno studio del 1977 di kiselkova dimostra che esiste una sincronia tra l’attività bio elettrica muscolare e la respirazione. Questa sincoria era maggiore in soggetti non allenati e nei soggetti che in generale avevano appena terminato un lavoro di forza piuttosto che di resistenza.
A parte questi studi, non esiste documentazione su ricerche che dimostrino la differenza di prestazioni di forza nelle varie fasi della respirazione.
Se non è, quindi, coinvolto il tronco, si consiglia di lasciare la respirazione libera, evitando fasi troppo lunghe di apnea. Nel caso di coinvolgimento del tronco, si consiglia di cercare di assecondare i movimenti della gabbia toracica, inspirando quando le costole si alzano ed espirando quando queste si abbassano. Se invece i carichi sono elevati e agiscono sul rachide, si consiglia di mantenere l’apnea quando le forze agiscono direttamente sul rachide, in modo tale da stabilizzare la colonna vertebrale attraverso l’aumento della pressione intra-addominale e quindi ridurre il rischio di traumi.